IL VARICOCELE È FATTORE CONDIZIONANTE?
Un partner che soffre o ha sofferto di varicocele può condizionare il raggiungimento di una gravidanza? O meglio, questa specifica patologia determina la sterilità maschile?
Prima di tutto occorre chiarire che il varicocele non è solo un problema maschile, infatti esiste anche il varicocele femminile, che si risolve in un’insufficienza venosa pelvica, caratterizzata dalla dilatazione delle vene ovariche, produttrice di dolore pelvico cronico.
Ma superando l’abitudine, consolidata, di soffermarsi sempre sulle diverse problematiche femminili che rendono difficoltosa la procreazione, occorre rilevare come recenti ricerche hanno dimostrato che vi è un equo bilanciamento circa l’incidenza dell’infertilità fra partner maschile e partner femminile.

Recenti ricerche dimostrano che vi è un equo bilanciamento tra fattore maschile e femminile.
A livello patologico esistono una serie di condizioni direttamente associate all’infertilità maschile caratterizzate da un’alterazione della struttura e della funzione del testicolo o del pene. Tra le patologie maggiormente diffuse vi è il varicocele che interessa il sistema vascolare del testicolo. Si tratta di una malattia piuttosto frequente che manifesta un picco dell’8% dei maschi tra i 10 e i 19 anni.
Il varicocele può produrre gradi diversi di alterazione del seme, oscillanti dalla azoospermia alla astenospermia con normale concentrazione di spermatozoi.
È evidente che il varicocele deve ritenersi un fattore concomitante nel 40% dei casi di infertilità maschile. Ma nel computo statistico si inseriscono altre variabili, prima fra tutte il potenziale di fertilità della femmina.

Statisticamente il varicocele ha un’incidenza del 40% nei casi di infertilità maschile.
Quindi, un soggetto con varicocele che tenta di procreare con una donna apparentemente sana ma che ha, per esempio, le tube chiuse, non avrà figli. Mentre un soggetto con varicocele di terzo grado potrebbe riuscire a procreare, nonostante l’apparente evidenza clinica.
Per ritornare alla domanda iniziale, posso ritenere che, ancora oggi, non vi sono dati certi che consentano di mettere in relazione l’entità di questa patologia con la sterilità maschile.
Pur in presenza di una indubbia incidenza negativa sulla qualità del liquido seminale.
IL VARICOCELE PRODUCE ALTERAZIONI DEL LIQUIDO SEMINALE
Quando parliamo di varicocele, ci riferiamo ad una patologia varicosa che interessa il sistema vascolare del testicolo.
Comporta un aumento della temperatura scrotale tale da pregiudicare la formazione dello sperma e la capacità di movimento degli spermatozoi.

Il Varicocele è una patologia varicosa che interessa il sistema vascolare del testicolo.
Si tratta di una delle più comuni patologie che affliggono l’apparato riproduttivo maschile.
L’incidenza è di circa il 15-20% della popolazione maschile totale e del 30-40% degli uomini con problemi di fertilità. In termini ormonali, gli uomini con varicocele hanno dei livelli di testosterone leggermente minori rispetto alla norma, livelli minori di luteina LH e maggiori di follitropina FSH e progesterone.
Nel dettaglio questa patologia è caratterizzata da un rigonfiamento anomalo delle vene del testicolo, provocato da un reflusso patologico di sangue dalla vena renale sinistra al testicolo. Il reflusso determina un aumento di pressione nelle vene del funicolo spermatico e una loro dilatazione che fa aumentare la temperatura all’interno della borsa scrotale.
Dobbiamo immaginare una rete di vene comunicanti tra loro, che ha il compito di mantenere la temperatura a livello testicolare più bassa di circa 3 °C rispetto a quella corporea. La produzione degli spermatozoi, infatti, ha bisogno di una temperatura inferiore rispetto a 36°C per essere ottimale.

Si tratta di un rigonfiamento anomalo delle vene del testicolo provocato da un reflusso sanguigno.
Quando questa rete di vene è sottoposta ad un reflusso del sangue per il mal funzionamento delle valvole interne si ha il varicocele. Il reflusso di sangue porta ad un innalzamento della temperatura scrotale e alla stasi di sangue con conseguente riduzione dei livelli di ossigeno.
Le grosse varici nello scroto agiscono come un “termosifone” e questo aumento della temperatura ha due effetti. In primo luogo, provoca una diminuzione della produzione di testosterone, con conseguente diminuzione nel numero e nella qualità degli spermatozoi prodotti. In secondo luogo, provoca un aumento delle specie reattive dell’ossigeno che possono danneggiare il DNA e la membrana dello sperma.
ALCUNI SINTOMI SONO RIVELATORI. MA COME SI MANIFESTA?
Capire se si è affetti da varicocele non è sempre facile.
La maggior parte delle volte, infatti, è asintomatico e si scopre solo quando non si riesce a concepire e si è costretti a rivolgersi ad uno specialista.
Nei casi più significativi, invece, alcuni sintomi rivelano se la patologia è in corso o meno.

Il sintomo più comune del varicocele è il gonfiore in corrispondenza del testicolo interessato.
Il sintomo più comune del varicocele è il gonfiore in corrispondenza del testicolo interessato.
Spesso il gonfiore è associato anche a dolore localizzato intorno al testicolo (o semplice fastidio) oppure nella zona inguinale.
Il dolore (o senso di pesantezza) compare, generalmente, nei periodi caldi, dopo uno sforzo, intensa attività fisica oppure dopo un rapporto sessuale.
Nei casi più evidenti possono manifestarsi segni palesi del varicocele. Delle volte la dilatazione venosa è palpabile a livello dello scroto e spesso anche visibile ad occhio nudo.
Altre volte uno dei due testicoli appare più piccolo rispetto all’altro o, addirittura, è osservabile una massa o un rigonfiamento della ghiandola genitale maschile.
È molto più frequente sul lato sinistro per motivi anatomici. Infatti, la vena spermatica sinistra confluisce nella vena renale con un angolo di 90°e ciò favorisce il reflusso.

I fattori di rischio più comuni sono la costituzione fisica e la predisposizione genetica.
Stando ai fattori di rischio, sono stati individuati, principalmente, due elementi che aumentano il rischio di insorgenza del varicocele.
Uno di essi è la costituzione fisica, caratterizzata spesso da statura elevata, l’altro è la predisposizione genetica, con la presenza di casi di varicocele di primo grado tra i familiari.
Mentre non si è provata correlazione con l’aumento di peso (obesità).
COME RICONOSCERE LA PATOLOGIA IN TEMPO PER CURARLA
Nella maggior parte dei casi i pazienti che arrivano in osservazione sono ragazzi, per o più in età pre-adolescenziale, esortati dalle madri, preoccupate per la presenza di un testicolo più piccolo, oppure per iniziativa del diretto interessato, anche in età più adulta e in costanza di difficoltà di concepimento.
Una visita andrologica accurata permette, senza dubbio, di diagnosticarne la presenza e il grado di severità.
L’esecuzione di uno spermiogramma permetterà di valutare oltre alla qualità e alla quantità degli spermatozoi, anche la loro morfologia e motilità, nel liquido seminale.
Altre indagini potrebbero essere proposte perché finalizzate, a seconda dei casi, alla preservazione della fertilità del paziente. In questi casi si ricorrerà all’ecocolordoppler dello scroto e all’ecografia del testicolo. Successivamente alle indagini, sarà possibile convenire l’eventuale intervento correttivo.

Gli interventi di tipo microchirurgico o in approccio combinato non sono sempre necessari.
Perché, occorre precisare, se non sono presenti sintomi e lo spermiogramma restituisce valori entro le soglie non è sempre necessario intervenire. È, invece, indicato intervenire quando si è in presenza di deformità dello scroto piuttosto che di dolore localizzato o di alterazioni nella qualità del liquido seminale.
Per correggere il varicocele si può intervenire con tecnica microchirurgica sub-inguinale attraverso la legatura delle vene spermatiche o attraverso la sclerotizzazione anterograda secondo Tauber, un approccio combinato chirurgico-radiologico.
Questa ultima procedura non ha particolari complicanze e deve essere considerata la metodica di “prima scelta” nel trattamento del varicocele monolaterale e bilaterale, sia primitivo che recidivo, perché poco invasiva. Viene eseguita in day-hospital, in anestesia locale, assenza di dolore e rapido recupero con una bassa percentuale di recidiva (5%).
IL VARICOCELE. OPPORTUNITÀ E LIMITI D’INTERVENTO
Dal mio punto di vista, quello di un’embriologa, qualsiasi intervento correttivo sulla patologia varicosa maschile, a meno di stadi di maturazione particolarmente severi, deve ritenersi funzionale al soddisfacimento del desiderio procreativo.

Per la tutela della propria salute riproduttiva risulta essenziale una prevenzione programmata.
Quindi, nel partner maschile che presenta alterazioni del proprio seme, si deve consigliare di intervenire solo se la partner femminile non presenta a sua volta cause di infertilità condizionanti (per esempio una riserva ovarica ridotta o tube chiuse).
In questo caso, intervenire microchirurgicamente avrebbe senso nell’ottica di offrire buone probabilità di ripristinare una fertilità spontanea o, diversamente, in previsione di tecniche di procreazione medicalmente assistita di 1° livello consistenti in semplici inseminazioni intrauterine (IUI).
Nel caso, invece, siano stati diagnosticati gradi più o meno severi di infertilità anche nella partner femminile, che implicherebbe il dover ricorrere a tecniche di 2° livello (ICSI/FIVET), la correzione del varicocele non presenta grande utilità.
Diversamente, nella logica dell’auspicata prevenzione, per l’adolescente, il trattamento chirurgico dovrebbe essere preso, ragionevolmente, in considerazione qualora si riscontri una progressiva riduzione dello sviluppo testicolare oppure, in presenza di varicocele bilaterale palpabile o sintomatico. In questi casi la patologia potrebbe, certamente, avere effetti sulla fertilità futura.

Per la tutela della propria salute riproduttiva risulta essenziale una prevenzione programmata.
Ecco perché risulta essenziale una diagnosi precoce che si traduce nel sottoporre regolarmente gli adolescenti a uno screening andrologico, oltre che prendere coscienza fin da giovani, che una vita sana, un’alimentazione corretta, e i giusti accorgimenti negli stili di vita, rappresentano i migliori alleati per preservare la propria salute, anche quella riproduttiva.
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