SALUTE RIPRODUTTIVA. INFORMAZIONE E FORMAZIONE
Se da qualche anno ci si pone il problema di informare e formare le nuove generazioni sull’importanza di aumentare le nascite, nel nostro paese, è perché andiamo incontro ad un preoccupante invecchiamento della popolazione. È sulle nuove generazioni, già in età scolare, che si è inteso intervenire attraverso azioni mirate ad accrescere il grado di consapevolezza e sensibilizzare sulla responsabilità sociale cui siamo tenuti.
Per poter intervenire, tuttavia, occorre prima analizzare approfonditamente lo stato attuale, raccogliendo informazioni, per poter orientare e sostenere la programmazione degli interventi a sostegno della fertilità.
Il prossimo 22 settembre ricorrerà la V Giornata Nazionale di informazione e formazione sulla salute riproduttiva.

Occorre accrescere il grado di consapevolezza sulle responsabilità sociali cui siamo tenuti.
Ma, già nel 2015, il Ministero della Salute ha promosso un progetto studio, terminato nel 2018. Sono state realizzate indagini, molto approfondite, sulla popolazione potenzialmente fertile, in particolare su adolescenti e studenti universitari, attraverso quesiti che si ponevano l’obiettivo di valutare la percezione sui temi della fertilità.
Dalle risposte di giovani e adolescenti, in particolare, emerge una scarsa conoscenza delle tematiche legate alla salute sessuale e riproduttiva. Nella maggior parte dei casi, si cercano su internet le informazioni necessarie, anche riguardo ai fattori di rischio per la riproduzione, la pericolosità delle infezioni a trasmissione sessuale e, perfino, riguardo i metodi contraccettivi in grado di assicurare un’adeguata protezione.
GIOVANI E ADOLESCENTI. WEB, AUTODIAGNOSI E AUTOCURA
“Dottor Google” è punto di riferimento di giovani e adolescenti sulle tematiche della salute sessuale e riproduttiva. Per i più basta digitare le parole giuste sul principale motore di ricerca per dischiudere un mondo di informazioni alla portata di tutti.
Ma il difficile rimane saper distinguere tra la miriade di informazioni slegate, se non addirittura false o inutili, quelle attinenti a ciò che si cerca.
Per quanto mi riguarda, sono più che favorevole alla ricerca di informazioni, opinioni, esperienze condivise sul web ma, resta inteso:
- il valore di queste informazioni non è uguale a prescindere dallo strumento di divulgazione. Appare ovvio ritenere di doversi affidare a siti autorevoli quando la ricerca mira al ritrovamento di rapporti, pubblicazioni scientifiche o studi su fenomeni specifici;
- la pretesa credibilità deve esser ancor più ridimensionata quando si finisce a ricercare conferme di sintomi, pareri o, addirittura, diagnosi mediche emesse in riscontro a specifiche problematiche. Perché se l’esperienza vissuta da una donna viene condivisa trascurando aspetti rilevanti della propria patologia si arriva all’autodiagnosi e, nei casi peggiori, “autocura”.

I giovani e gli adolescenti hanno una scarsa conoscenza delle problematiche.
Cercare di capire, osservando, leggendo e informandosi è solo di ausilio ad un confronto aperto con un medico. Ma la naturale conseguenza di queste ricerche deve essere la consultazione di esperto, non il confronto con altri pazienti senza il supporto medico-scientifico.
SALUTE RIPRODUTTIVA. I CONSULTORI E GLI SPECIALISTI
Sempre dall’indagine ministeriale, i cui risultati sono stati diffusi nel 2018, si ricava che i consultori, previsti per l’assistenza informativa ed il sostegno psicologico, continuano a rimanere poco utilizzati. Infatti, si sono rivolti a questo tipo di presidi gli adolescenti, in misura del 3% dei maschi e del 7% delle femmine, ed i giovani nella misura del 34% di studentesse e del 13% di studenti [Guarda il video].
Di conseguenza, anche il contatto con i medici specialisti è limitato, in particolare tra i maschi. Mentre il 75% delle studentesse ha fatto una visita ginecologica, solo 1 studente su 4 è stato dall’andrologo.
In realtà, la causa di tutto ciò è l’assenza di una piena consapevolezza del ruolo giocato dall’età nella fertilità biologica femminile e ancor più nella capacità riproduttiva maschile.

L’importanza del supporto medico-scientifico. I consultori, notevolmente sottovalutati.
Solo il 5% del campione è consapevole che le possibilità biologiche per una donna di avere figli iniziano a ridursi già dopo i 30 anni. Circa il 27% del campione intervistato pensa che questo accada intorno ai 40-44 anni, 28% oltre questa età e il 14% con la menopausa.
VUOTI INFORMATIVI. FAMIGLIA, SCUOLA E OPINIONI DIFFUSE
La famiglia è un luogo in cui difficilmente si affrontano argomenti in merito allo sviluppo sessuale, alle infezioni o malattie sessualmente trasmissibili oppure ai metodi contraccettivi più adeguati.
Sia gli adolescenti che i giovani ritengono debba essere la scuola, attraverso incontri educativo-informativi, il miglior canale di diffusione ed informazione per tali tematiche.
Ma, se la gran parte degli adolescenti intervistati ritiene che i percorsi formativi dovrebbero iniziare dalla scuola secondaria, solo il 22% degli adolescenti vorrebbe ricevere queste informazioni dai propri docenti, la restante parte vorrebbe personale esperto esterno alla scuola.
Ma, l’indagine rileva anche che solo il 33% dei ragazzi del Sud ha partecipato a corsi o incontri sui temi della sessualità e della riproduzione contro il 78% dei loro coetanei del Nord del Paese. Una differenza geografico-territoriale che ha visto una crescita rispetto ai dati del 2010.

Alla scuola il compito di canalizzare la diffusione delle tematiche sulla salute riproduttiva.
Per quanto riguarda la propensione alla procreazione, meno della metà dei rispondenti (44%) dichiara di non essere intenzionato ad avere figli. Le motivazioni sono legate principalmente a fattori economici e lavorativi e all’assenza di misure a sostegno delle famiglie con figli.
Per la restante parte l’età giusta per diventare genitori viene percepita tra i 26 e i 30 anni, ma sui tempi della fertilità maschile e femminile si immaginano tempi più lunghi rispetto a quelli biologici.
In particolare, la conoscenza è particolarmente scarsa per quanto riguarda la fertilità maschile: quasi il 40% degli studenti che pensa che non si riduca mai.
IL MIO SUPPORTO INFORMATIVO
Dall’indagine ministeriale, e dall’analisi dei dati solo parzialmente riportati, non posso che evidenziare come sia essenziale un’informazione adeguata.
Ho impiegato, recentemente, lo strumento radiofonico e i social per trasmettere una maggiore sensibilità al tema della fertilità e svolgo una costante attività di supporto, dedicando un giorno a settimana, a quante coppie, gratuitamente, vogliano informarsi sui percorsi di prevenzione della salute riproduttiva.

Contribuisco ad un’adeguata informazione attraverso una consulenza qualificata.
Al Centro diagnostico Cedibio, di Avellino, fisso appuntamenti mirati per avvicinare, nel rispetto della sensibilità di ognuno, adolescenti con i propri genitori, giovani coppie sensibili al tema, aspiranti genitori e coppie più adulte alle prese con problematiche oggettive, potendo assicurare:
- Anamnesi sulle patologie pregresse, attuali e potenziali;
- Analisi della storia clinica e delle condizioni di salute riproduttiva;
- Consigli per migliorare il metodo di ricerca;
- Valutazioni sull’integrazione di esami diagnostici e strumentali;
- Individuazione delle soluzioni più idonee a creare condizioni ottimali nell’organismo.
- Valutazione di protocolli di prevenzione per la regolarizzazione dei cicli biologici.
Questo è quello che posso fare per quanti hanno a cuore il proprio patrimonio riproduttivo.
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Per una consulenza personalizzata, puoi prenotare un incontro al 328.9636853,
contattarmi all’e-mail: info@chiaragranato.it oppure richiedere maggiori informazioni compilando il form di contatto.
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