PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE
Vecchio adagio oppure, quanto mai, attuale modo di dire?
Si certo, prevenire è meglio che curare. Per questo motivo mi dedico da anni alla prevenzione, e ho potuto, in questi anni, definire una metodica precisa riguardo ad un insieme di azioni e comportamenti che hanno l’unico obiettivo di ridurre l’insorgenza ed il progredire di problematiche legate all’infertilità.
Il metodo si basa sulle caratteristiche del paziente; si parte da un’anamnesi dettagliata e si procede valutando altri parametri fondamentali quali età, genere, peso, patologie pregresse, attuali e potenziali (si intende eventuali patologie presenti in famiglia).
Ciò consente di individuare i fattori di rischio che maggiormente possono creare danni alla capacità riproduttiva e monitorarli costantemente.
LE FONTI DI INFORMAZIONE
Le fonti di informazione da cui, i ragazzi, attingono le informazioni sono il web, la scuola e le amicizie per circa il 60%.
Per il restante 20% hanno appreso informazioni dai genitori più aggiornati e solo per circa il 15% direttamente dai medici.
Questo già delinea un quadro più chiaro di come sia scarsa la propensione ad affidarsi al settore medico.
Un’indagine, condotta dalla Società Italiana di Fertilità e Sterilità e Medicina della Riproduzione, dal titolo “I giovani e la fertilità”, è stata presentata lo scorso 28 giugno in Senato.
Questa “analisi” si è rivelata molto significativa perché ha attestato che i ragazzi sono anche consapevoli di quanto il consumo abituale di droghe, come l’abuso di alcol e fumo siano fattori di rischio per la fertilità maschile e femminile. Non da ultimo, vanno considerati come significativi l’inquinamento ambientale e l’obesità.
Ma questo, però, non li ha spinti ad adottare comportamenti virtuosi.
Infatti, quasi il 73% del campione intervistato, infatti, non ha mai pensato di fare un controllo medico per assicurarsi della propria salute riproduttiva.
PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE. UNA BATTAGLIA DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE
Questa battaglia si può vincere solo unendo le forze tra tutti i professionisti del settore dell’infertilità e gli organi istituzionali deputati.
Con la collaborazione sinergica delle Società Scientifiche, delle associazioni dei pazienti, dei grandi network dell’informazione.
Non basta affermare che è necessario, ad esempio, un controllo andrologico sui propri siti web, e mi riferisco anche allo stesso portale del Ministero della Salute.
Occorre attivare concrete campagne di sensibilizzazione per la prevenzione su come lo stile di vita influisca sulla salute riproduttiva.
Campagne di sensibilizzazione alla prevenzione, che devono sensibilizzare i ragazzi su questo tema fondamentale, in particolare, per l’incremento di disturbi acuti e cronici della sfera riproduttiva che si stanno registrando negli ultimi anni.
È necessario informare e formare i ragazzi, aiutandoli a prendere maggior consapevolezza della centralità di questi temi per il loro presente e in vista del loro futuro, coinvolgendo attivamente entrambi i sessi, perché si registra una maggior attenzione da parte delle ragazze, come se le stesse si attribuissero maggiori responsabilità nella riproduzione.
Il mio obiettivo è quello di far capire ai giovani e alla collettività che bisogna passare dal concetto di trattamento della sterilità al concetto di protezione della fertilità.
Per questo motivo, presenterò, nel mese di Settembre, un programma articolato di prevenzione a favore della salute riproduttiva.
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