Nell’affrontare il tema del concetto di Famiglia occorrerebbe partire dal Titolo II della Parte I della nostra Costituzione, dedicato ai rapporti etico-sociali.
L’art. 29 prevede al primo comma che “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”.
E, certamente, la famiglia rappresenta il nucleo in cui s’instaurano i primi rapporti sociali e quindi si formano legami affettivi, interpersonali e c’è uno scambio comunicativo che permette un confronto continuo.
Inoltre, ad oggi, il concetto di famiglia è oggetto di studio, soprattutto, nella delineazione del suo significato dato che le trasformazioni sociali nel tempo si sono allontanate, non poco, dal significato “tradizionale”.
Ma soprattutto questo concetto, così labile e fumoso, viene messo in discussione proprio quando vi è il ricorso a tecniche riproduttive di fecondazione assistita. Dato che si tende a differenziare la genitorialità biologica da quella sociale. Ma non solo, il progredire di queste tecniche, ha coinvolto anche madri omosessuali e single.
E proprio nelle feste di Natale, periodo di riflessione e di intimità familiare, che il concetto di famiglia si rafforza e fa emergere ancor di più quel senso di appartenenza e di legame che assicura sicurezza affettiva.
CENONE DI FAMIGLIA. MA CHI È SEDUTO AL NOSTRO TAVOLO A NATALE?
Intorno alle tavole imbandite di tante famiglie, oggi, ci sono i figli che non hanno ancora un lavoro stabile e nemmeno una relazione stabile.
Cugini che dopo aver provato di tutto in Italia se ne sono andati all’estero, e sono forse quelli più realizzati da un punto di vista economico, ma con un immenso vuoto dentro.
Ci sono i genitori sposati, divorziati e risposati, figli di primo e secondo matrimonio civile o di fatto.
Bisogna ammettere che le nostre famiglie sono cambiate, che si sono formate nuove relazioni, anche omosessuali.
Come è stato anticipato, l’Italia si fonda sulla famiglia.
Ma riflettere sui limiti di questa costruzione sociologica che è la famiglia patriarcale fondata sulla coppia eterosessuale non solo è un dovere ma una necessità.
Occorre affrancarsi da questo cliché generalizzato, in quanto condizionante sia da un punto di vista economico sia sociale, sessuale e relazionale.
IL CONCETTO DI FAMIGLIA MESSO IN DISCUSSIONE DALLA POLITICA
Qualche tempo fa leggo un articolo su WIRED in cui un assessore alle pari opportunità dichiara:
“Noi pensiamo che il modello familiare con padre, madre e figli sia una verità antropologica e non uno ‘stereotipo’ e non condividiamo le teorie relativiste“.
Ma il modello familiare con padre, madre e figli si rivela, allo stato attuale, del tutto anacronistico.
Famiglie nucleari del genere esistono ancora, ma costituiscono sempre di più l’eccezione e non la regola.
Le statistiche dell’ISTAT attestano che oggi, in Italia, le famiglie formate da coppie coniugate con figli sono il 33.7 % del totale.
Le famiglie atipiche, composte da single, conviventi monogenitoriali o quelle ricomposte coniugate, sono quasi 7 milioni, mentre oltre il milione sono le famiglie allargate, coniugate o meno, con prole da precedenti matrimoni.
Nell’ambito delle famiglie ricomposte, cioè quelle con figli provenienti dalla relazione con un precedente partner di uno o entrambi i partner attuali, può accadere che i figli vivano in relazione con due papà e due mamme, tra biologici e acquisiti.
Ovviamente, si tratta di una divisione schematica. Ma una cosa è certa, tutte queste nuove forme di famiglia sono tutte degne di rispetto e considerazione.
La famiglia-istituzione di matrice patriarcale è tramontata e non si può tornare indietro, come auspicano i sostenitori di una cultura politica conservatrice. E che inneggiano al ritorno a forme arcaiche di convivenza familiare.
Ed i continui attacchi alla legge sull’aborto, la rimessa in discussione del divorzio o la pervasiva stigmatizzazione della diversità nelle scelte sessuali e di relazione sono alcuni esempi di come si stia cercando di speculare sul desiderio di sicurezza a danno delle libertà personali e sociali conquistate dopo decenni di lotte politiche e culturali.
IL MIO PARERE SUL CONCETTO DI FAMIGLIA TRADIZIONALE
Non c’è nulla di «naturale o tradizionale» nel concetto di famiglia, si tratta di un archetipo prodotto dalla storia e dalla cultura e, come tale, da esse condizionato.
I bambini crescono bene solo se amati e desiderati e ciò non è assicurato dal semplice fatto di crescere con i genitori biologici.
Personalmente non vorrei mai che mi si ponesse di fronte alla scelta tra due beni primari, ossia il proprio diritto di diventare genitore e il diritto di tutela della famiglia.
Da embriologa posso affermare con certezza che la procreazione medicalmente assistita deve essere intesa al solo scopo di favorire il concepimento in quelle coppie che non lo raggiungono spontaneamente.
A tal proposito, sono diversi i trattamenti e le metodiche alternative per colmare il desiderio genitoriale come la donazione anonima di ovuli, l’adozione di embrioni, la doppia eterologa e la maternità per single ed omosessuali. Di seguito, le elenco in maniera riassuntiva.
DONAZIONE ANONIMA DI OVULI
La donazione di ovuli (ovodonazione) è una procedura che consiste nella donazione di gameti femminili da parte di una persona esterna alla coppia. La procedura consiste nella fecondazione, di solito fecondazione in vitro (FIVET), tra il seme del partner maschile e gli ovociti donati con successivo transfer embrionale nell’utero della ricevente.
Il processo di donazione è rigidamente controllato. La donatrice di ovuli (di età compresa fra i 18 e i 35 anni) viene infatti sottoposta ad uno screening molto approfondito. Si procede ad accertamenti sullo stato di salute, che deve essere ottimale sia dal punto di vista fisiologico che dal punto di vista psicologico. E che non presenti alcun tipo di malattia sia ereditaria, sia sessualmente trasmissibile.
Il processo di donazione, almeno in Italia e in Spagna, oltre a dover essere un gesto del tutto altruistico, per norma di legge deve avvenire nell’anonimato sia per chi dona gli ovuli, che per chi li riceve.
I casi in cui potranno essere mostrati i dati al personale sanitario, assumeranno rilevanza eccezionale, e in nessun caso potranno essere mostrati alla coppia ricevente.
Lo stesso vale per il nascituro, che in futuro non potrà conoscere chi è il donatore.
ADOZIONE DI EMBRIONI. IL CONCETTO DI FAMIGLIA NELL’EMBRIODONAZIONE
L’adozione di embrioni, o embrioadozione, fa riferimento ad un trattamento di PMA che consiste nell’adozione di un embrione, generato da un precedente trattamento di FIVET, da parte di un’altra coppia in cui sono stati prodotti degli embrioni in sovrannumero. Successivamente, l’embrione donato viene impiantato nell’utero della madre adottiva così da poter avviare una gravidanza e continuare tutte le fasi successive post-partum.
È un trattamento non consentito in Italia ma soltanto in Spagna e le coppie che di solito si sono sottoposte a questo tipo di trattamento, sono spinte da un gesto molto altruistico visto che, dopo essere diventati genitori hanno deciso di donare i propri embrioni attraverso la crioconservazione, dunque congelati, per dare occasione ad altre coppie di poter realizzare il loro sogno di famiglia.
Si tratta di una scelta che deve seguire delle motivazioni molto forti. È consigliata nei casi in cui le precedenti tecniche di fecondazione (I° e II° livello) non hanno portato i risultati sperati. Oppure nei casi di insufficienza ovarica precoce e bassa risposta della stimolazione ovarica. L’Embriodonazione, oggi, rappresenta una concreta speranza soprattutto per le donne single o omosessuali che desiderano concepire e diventare genitori.
Inoltre, si tratta di un trattamento molto semplice che richiede una preparazione precedente dell’utero per accogliere l’embrione, di solito attraverso cerotti sulla pelle e ovuli vaginali. Dopo pochi giorni, l’utero sarà pronto per l’impianto e quindi si procederà allo scongelamento dell’embrione e al successivo trasferimento.
DOPPIA ETEROLOGA. LA DOPPIA DONAZIONE DI GAMETI
La tecnica di PMA con doppia donazione consiste nell’effettuare una fecondazione in vitro (FIVET) tra gli ovociti di una donatrice esterna alla coppia con gli spermatozoi di un donatore anch’esso esterno, entrambi anonimi, col il successivo trasferimento dell’embrione in stato di blastocisti alla donna che riceve la donazione.
È una pratica scelta soprattutto per i tassi elevati di successo che registra. Infatti, si distingue proprio per la selezione meticolosa dei donatori che viene effettuata. Oltre ad eseguire lo screening consueto, oggi alcune cliniche includono anche un test di compatibilità genetica (TCG) e un’analisi fenotipica affinché il donatore presenti anche caratteristiche estetiche e fisiche simili a quelle del ricevente.
Infine, il tasso di successo deriva anche dal fatto che i donatori di solito sono molto giovani e l’età in questi casi, rappresenta uno dei fattori più importanti per la donazione.
MATERNITÀ PER SINGLE E COPPIE OMOSESSUALI. ESSERE GENITORI È UN DIRITTO DI TUTTI
Attualmente in Italia, le coppie omosessuali o single non possono accedere a metodiche di procreazione medicalmente assistita.
I trattamenti di auto-inseminazione con donatore conosciuto o il ricorso a tecniche di fecondazione assistita omologa ed eterologa, nel caso di single e omosessuali, possono essere messi in atto solo in Paesi in cui le normative lo permettano (Francia e Spagna in primis).
Questi Paesi permettono alle coppie lesbiche di ottenere un concepimento attraverso il metodo FIVET ROPA (ricezione di ovociti della partner). Si tratta di una procedura che permette ad entrambe le donne (unite civilmente) di partecipare alla gravidanza. In questo caso, ad esempio, una donna dona gli ovuli che verranno inseminati con lo sperma di un donatore anonimo, mentre l’altra riceverà l’embrione generato per portare avanti la gestazione e il parto. Tutto ciò regolato da un consenso informato.
La PMA, come lo stesso istituto dell’adozione, al quale io sono più che favorevole, possono contribuire non solo al, troppo spesso dimenticato, diritto che ha ognuno di noi di diventare genitore e di amare il proprio figlio, ma soprattutto alla realizzazione del vero concetto di famiglia improntata all’amore ed al rispetto reciproco.
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