La vitamina D, chiamata anche “vitamina del sole” perché prodotta appunto dai raggi solari (assumibile anche con l’alimentazione e/o terapie farmacologiche), è un ormone di fondamentale importanza per la salute dell’organismo, in quanto funge da regolatore di diversi processi fisiologici.
Alcuni studi attribuiscono all’ormone proprietà benefiche anche per il sistema riproduttivo. Se, dunque, in passato era ritenuto indispensabile per il solo corretto funzionamento del metabolismo osseo, ad oggi, i suoi benefici generano, nel complesso, vigore funzionale all’organismo.
In particolare, la vitamina D previene le infiammazioni e agisce per una corretta modulazione del sistema immunitario. Le sue proprietà risultano benefiche durante la gravidanza sia per il benessere della donna che del feto e anche per l’uomo dato il comprovato miglioramento della morfologia degli spermatozoi.
TANTO SOLE QUANTO VITAMINA D
Dal 21 Giugno di ogni anno, si è ufficialmente in estate. Ma, in realtà, solo in vacanza, o nei brevi week-end di relax, abbiamo la possibilità di fare scorta di un importante ormone steroideo, la vitamina D.
Le giornate più lunghe e il tempo trascorso all’aria aperta ma, soprattutto, i raggi del sole sono la fonte da cui il nostro organismo attinge e sintetizza questo ormone fondamentale per la nostra salute e che va a contrastare molti dei fattori che ostacolano la fertilità della coppia.
Per la donna, più vitamina D significa maggiore probabilità di generare embrioni più forti e resistenti perché migliora la qualità degli ovociti generati.
Nell’uomo, invece, esiste una correlazione diretta e dimostrata tra un’elevata produzione di vitamina D e una migliore qualità dello sperma.
Oltre al sole, per fare scorta di questo prezioso micronutriente occorre seguire una corretta alimentazione, visto che esso è contenuto soprattutto in alcuni pesci, oltre che in verdure verdi, latte e derivati, uova e fegato.
Come regolare la Vitamina D presente nel nostro organismo
Il 70% della popolazione italiana è sotto i livelli minimi di vitamina D. Ma attenzione, la vitamina D va assunta solo quando ne è dimostrata la carenza.
Il primo passo da compiere è controllarne il valore nel nostro sangue, procedendo ad accertamenti attraverso il 25 (OH) D test, chiamato anche 25-idrossivitamina D. Attualmente, il livello ottimale di vitamina D è stato quantificato in un range che va dai 40-70 ng/ml.
Controllare i propri valori è un passo indispensabile, non solo per chi sta programmando una gravidanza, in quanto questo ormone steroideo influenza quasi ogni cellula del corpo.
Scientificamente, infatti, è conosciuta per il ruolo positivo che svolge nell’assorbimento del calcio e per il benessere delle ossa ma, in realtà le sue funzioni sono molto più ampie in quanto contribuisce a salvaguardare la nostra risposta immunitaria, la salute cardiovascolare e il diabete. È stata positivamente collegata, per i suoi effetti benefici, anche a diverse patologie tumorali.
La carenza di questa vitamina è, attualmente, registrata in molte regioni del mondo ed è in gran parte dovuto al fatto che le persone non spendono abbastanza tempo al sole per facilitare questo importante processo di produzione ormonale che avviene attraverso la cute per circa l’85%.
Quando controllare i valori della Vitamina D?
Per mantenere un livello di vitamina D che possa definirsi “salutare” è necessario esporsi al sole, certamente adottando gli opportuni accorgimenti. In mancanza di questa possibilità, ad esempio nei mesi invernali, è possibile assumerla attraverso integratori per via orale per non deprimere le sue attività benefiche in vari tessuti come lo scheletro, le ghiandole paratiroidee e i tessuti riproduttivi.
La ricerca suggerisce che un adulto di media corporatura, con bassi livelli nel sangue, ha bisogno di assumere 8.000 IU di vitamina D al giorno, al fine di riequilibrare il livello “salutare”.
In autunno, potrebbe essere consigliabile controllarne i valori. A seguito dell’esposizioni ai raggi solari in piena estate.
Se fossero bassi, al di sotto dei 30 ng/ml, si potrebbe dedurre che la massima raccolta, nei mesi estivi, è stata meno che sufficiente.
Ovvio che, in questo caso, sarebbe logico attendersi per la successiva primavera una severa ipovitaminosi D.
EQUILIBRI ORMONALI. QUALI CORRELAZIONI ALL’INFERTILITÀ?
Per quanto riguarda l’infertilità, essa può essere una condizione molto più complessa dove entrano in campo una serie di fattori che determinano la condizione patologica, ma la regolazione di questo importante ormone gioca un ruolo chiave nella regolazione del ciclo riproduttivo femminile.
Molte ricerche hanno evidenziato gli effetti della vitamina D sui risultati di percorsi di fecondazione in vitro, su condizioni patologiche come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), sull’endometriosi e sulla qualità del liquido seminale (numero, motilità e morfologia degli spermatozoi).
Alcuni studi, come quello pubblicato in The Journal of Nutrition nel 2017 hanno riscontrato che, sia pure in presenza di livelli carenti di questa vitamina, non viene, del tutto, compromessa la capacità riproduttiva. Tuttavia, si è comunque registrata una fertilità ridotta fino al 75% e una compromissione della crescita neonatale del 30%.
Infatti, i livelli di Vitamina D vanno controllati anche in gravidanza, quando si assiste a deficit molto frequenti a causa di un aumento del suo consumo sia materno che del feto.
Tale deficit può comportare un aumento del rischio di diabete gestazionale e altre complicanze della gravidanza quali ipertensione, preeclampsia, vaginosi batterica e parto pretermine.
Melatonina e fertilità
Un altro aspetto positivo dell’esposizione al sole d’estate è anche l’innalzamento dei livelli di melatonina.
La secrezione viene infatti influenzata dall’esposizione alla luce del sole. La sostanza ormono-smile prodotta dall’epifisi ha la capacità, non solo, di regolare il sonno ma, anche, di controllare meccanismi riproduttivi.
Difatti l’ormone ha una conseguenza positiva sulla qualità ovocitaria ed embrionale e anche sulla funzione luteica.
Uno studio del 2019 dimostra anche che l’ormone ha effetti positivi anche nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).
La funzione che svolge avviene durante la notte, quando non c’è più luce e il buio ne stimola il rilascio. È in questo momento che l’organismo produce più melatonina capace di regolare il ciclo di sonno-veglia e proteggere anche le ovaie dallo stress ossidativo (negativo per la fertilità).
Inoltre, l’ormone interagendo anche con il GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine) contribuisce alla regolazione delle mestruazioni. Dunque, migliore è la qualità del sonno, migliore sarà anche la produzione di melatonina per la regolazione del ciclo mestruale.
Quindi, anche se il concepimento naturale non fosse l’obiettivo primario, occorre prestare particolare attenzione a mantenere un livello equilibrato di vitamina D e melatonina.
In quanto, deficit ormonali possono avere un profondo impatto sulla nostra salute, non solo di quella riproduttiva.
Il nostro organismo è una macchina perfetta, non è un insieme di parti distinte. Prendiamocene cura.
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