Si pensa da tempo alla possibilità di ricorrere all’eterologa femminile. Michela lo desidera da tanto.
Ha convinto anche il suo compagno. Passa il tempo a fantasticare su mille dettagli. Dal sesso, vuole una femminuccia, ha già deciso come la chiamerà, fino a quelli, come dice lei, rinunciabili, ma che sembrano occupare uno spazio sempre più rilevante.
Così si passa a fantasticare sul colore degli occhi, sull’eleganza delle mani, fino ai tratti caratteriali.
<La sogno ogni notte. A volte ne sento la voce. Immagino i tratti del volto uno per uno come in un puzzle infinito.> dice.

Michela passa il tempo a fantasticare su mille dettagli. Immagina i tratti del viso.
Ma cosa accadrebbe se quel figlio non ci somigliasse?
Se per una sopraggiunta diagnosi di infertilità si profilasse la necessità di ricorrere alla fecondazione eterologa? Se, quindi, si dovessero utilizzare i gameti di un donatore o di una donatrice per raggiungere lo scopo di portare avanti una normale gestazione?
O, anche, nell’ipotesi che non avvenga mai generazione in senso fisico (mi riferisco all’Istituto dell’adozione)?
ETEROLOGA FEMMINILE. TRATTI DI UN PUZZLE INFINITO
Appare, dunque, fondamentale comprendere cosa si nasconde dietro quell’ideale desiderio di maternità e di paternità.
Sicuramente una profonda analisi di questo sentimento sarebbe sempre consigliabile.
Nella procreazione medicalmente assistita le coppie, inevitabilmente, sono condotte a riflettere sui significati profondi della genitorialità e ad indagare su quali sono le reali motivazioni che alimentano il desiderio di avere dei figli.

Una profonda analisi di questo sentimento sarebbe, sempre, consigliabile.
In particolare, è proprio confrontandosi con i dubbi sulla fecondazione eterologa che emergono falsi bisogni e illusioni effimere.
IL REQUISITO DELLA SOMIGLIANZA NELL’ETEROLOGA FEMMINILE
La mancanza del requisito della somiglianza, anche solo paventata, fa venir meno quel desiderio identitario che si fortifica nell’idea che sia possibile accettare il proprio figlio solo riconoscendosi nei suoi tratti fisici e caratteriali. Si tratta di un requisito illusorio alimentato, nella maggior parte dei casi, dalla necessità riempire un vuoto.

Si tratta di equilibri precari alimentati dalla necessità riempire un vuoto.
Perché, inconsciamente, si ritiene che la propria vita sia, anche solo parzialmente, insoddisfacente.
È, purtroppo, un errore molto comune quello di investire un altro essere umano, nostro figlio, della realizzazione di noi stessi.
FECONDAZIONE ETEROLOGA. IL RUOLO DI GENITORE
Essere genitori (Etimologicamente “Colui che genera” – genitore biologico – giuridicamente equiparato al genitore sociale “Colui che alleva”) non è un ruolo che si acquisisce con la semplice capacità di generare dei figli.
Il desiderio di genitorialità deve manifestarsi in una condizione di maturità psicologica in cui si acquisisce la capacità di amare un altro essere umano senza alcuna aspettativa. Si intende un amore esente da schemi, da regole, perché l’amore non ha nulla a che vedere con ciò che ti aspetti di ottenere (K. Hepburn).
Crescere un figlio significa aiutarlo a trovare la sua strada, sostenerlo nelle sue scelte e nelle sue inclinazioni, spingerlo a vivere in autonomia, nella certezza che noi ci saremo sempre.

La capacità genitoriale non si acquisisce con la semplice generazione del figlio.
La genitorialità è, quindi, un percorso di crescita individuale che consiste nell’essere in grado di accettare e di amare un bambino anche qualora si discosti molto dal nostro ideale di figlio. E non dovrebbe essere né l’epigenetica, né l’ereditarietà fenotipica a farci sentire più genitori di altri.
ETEROLOGA FEMMINILE. LA COSTRUZIONE DI UNA FAMIGLIA SOLIDA
Per questo motivo suggerisco sempre, ad ogni coppia che si rivolge a me, di non avere fretta di iniziare la fecondazione eterologa (anche detta inseminazione eterologa) solo per soddisfare un bisogno di tipo identitario.
Solo una profonda comprensione del ruolo genitoriale, la maturazione e la condivisione della scelta da parte di entrambi i componenti della coppia, può portare ad una gravidanza felice e alla costruzione di una famiglia solida.

Anche chi non ha problemi procreativi dovrebbe interrogarsi sui reali motivi.
E, soprattutto, non è solo di fronte all’ipotesi di dover attuare un percorso di fecondazione eterologa che queste riflessioni dovrebbero essere fatte.
Anche chi non ha problemi procreativi dovrebbe interrogarsi sul motivo che li spinge a desiderare di generare bambini.
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