Natale e le feste che si susseguono hanno un qualcosa di magico. È Il periodo delle grandi riunioni di famiglia, delle cene infinite e affollate. Il periodo dell’atmosfera “tradizionale”, delle feste per i bambini, quelle del divenire tutti più buoni. Riesce a far breccia, come in un noto spot televisivo, in quanto portatore di sentimenti positivi, nel cuore di tante persone. Ed inoltre, più di ogni altra ricorrenza, avvicina le famiglie.
Ma intorno alle tavole imbandite di tante famiglie, oggi, ci sono i figli che non hanno ancora un lavoro stabile e nemmeno una relazione stabile. Cugini che dopo aver provato di tutto in Italia se ne sono andati all’estero, e sono forse quelli più realizzati da un punto di vista economico, ma con un immenso vuoto dentro. Ci sono i genitori sposati, divorziati e risposati, figli di primo e secondo matrimonio civile o di fatto.

Bisogna ammettere che le nostre famiglie sono cambiate, che si sono formate nuove relazioni. l’Italia si fonda sulla famiglia ma riflettere sui limiti di questa costruzione sociologica che è la famiglia patriarcale fondata sulla coppia eterosessuale non solo è un dovere ma una necessità per l’affrancazione da questo cliché generalizzato. In quanto influente da un punto di vista economico, sociale, sessuale e relazionale.
Il concetto di Famiglia messo in discussione dalla politica.
Qualche giorno fa leggo un articolo su WIRED in cui un assessore alle pari opportunità dichiara: “Noi pensiamo che il modello familiare con padre, madre e figli sia una verità antropologica e non uno ‘stereotipo’ e non condividiamo le teorie relativiste“.
Il modello familiare con padre, madre e figli, in realtà, si rivela, allo stato attuale, del tutto anacronistico. Famiglie nucleari del genere esistono ancora, ma costituiscono sempre di più l’eccezione e non la regola. Le statistiche dell’ISTAT attestano che oggi, in Italia, le famiglie formate da coppie coniugate con figli sono il 33.7 % del totale. Le famiglie atipiche, composte da single, conviventi monogenitoriali o quelle ricomposte coniugate, sono quasi 7 milioni, mentre oltre il milione sono le famiglie allargate, coniugate o meno, con prole da precedenti matrimoni.

Nell’ambito delle famiglie ricomposte, cioè quelle con figli provenienti dalla relazione con un precedente partner di uno o entrambi i partner attuali, può accadere che i figli vivano in relazione con due papà e due mamme, tra biologici e acquisiti. Ovviamente, si tratta di una divisione schematica. Ma una cosa è certa, tutte queste nuove forme di famiglia sono tutte degne di rispetto e considerazione.
La famiglia-istituzione di matrice patriarcale è tramontata e non si può tornare indietro, come auspicano i sostenitori di una cultura politica conservatrice che inneggiano al ritorno a forme arcaiche di convivenza familiare. Ed i continui attacchi alla legge sull’aborto, la rimessa in discussione del divorzio o la pervasiva stigmatizzazione della diversità nelle scelte sessuali e di relazione sono alcuni esempi di come si stia cercando di speculare sul desiderio di sicurezza a danno delle libertà personali e sociali conquistate dopo decenni di lotte politiche e culturali.
Il mio parere sul concetto di famiglia tradizionale.
Non c’è nulla di «naturale o tradizionale» nel concetto di famiglia, si tratta di un archetipo prodotto dalla storia e dalla cultura e, come tale, da esse condizionato. I bambini crescono bene solo se amati e desiderati e ciò non è assicurato dal semplice fatto di crescere con i genitori biologici.

Personalmente non vorrei mai che mi si ponesse di fronte alla scelta tra due beni primari, ossia il proprio diritto di diventare genitore e il diritto di tutela della famiglia. Da embriologa posso affermare con certezza che la procreazione medicalmente assistita deve essere intesa al solo scopo di favorire il concepimento in quelle coppie che non lo raggiungono spontaneamente.
Ed essa stessa, come lo stesso istituto dell’adozione, al quale io sono più che favorevole, possono contribuire non solo al, troppo spesso dimenticato, diritto che ha ognuno di noi di diventare genitore e di amare il proprio figlio, ma soprattutto alla realizzazione del vero concetto di famiglia improntata all’amore ed al rispetto reciproco.
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