QUANDO SI FANNO I CONTI CON LE PERCENTUALI DI SUCCESSO
Si arriva a pensare alla Fecondazione Eterologa, e alle sue percentuali di successo, dopo aver valutato tutte le possibilità a livello medico. Significa che, in precedenza, si è già verificato l’insuccesso, totale o parziale, delle tecniche di tipo omologo. Questa scelta rispetta i principi di “gradualità” e di “minore invasività” cui tutti gli operatori di settore devono scrupolosamente attenersi.

Nessuno vuole trovarsi di fronte ad un’ultima chance.
Posso ritenere che, quando si arriva ad affrontare questo argomento, la coppia già ha attraversato la profonda delusione, conseguente alla scoperta della infertilità e, molto probabilmente, è stata già sottoposta a tecniche particolarmente invasive e a notevole stress emotivo. A questo punto, la Fecondazione Eterologa rappresenta la speranza che riaffiora tra la frustrazione e la tristezza dei precedenti fallimenti.
LE PERCENTUALI DI SUCCESSO
UNA NUOVA VISIONE DEL PROBLEMA
Intraprendere il percorso della fecondazione eterologa implica, da parte dei coniugi implica l’aver, profondamente, elaborato le emozioni di fallimento personale, i rimorsi esistenziali e spirituali ed i sensi di colpa per aver rimandato la maternità o la paternità.
Nasce, a questo punto, la necessità di prendere “nuove” decisioni, di assumere una nuova visione del problema e di valutare le diverse alternative per affrontarlo.
La Fecondazione Eterologa in Campania sta crescendo rapidamente. In Italia, stando ai dati trasmessi quest’anno in Parlamento, e pubblicati sul portale (http://www.salute.gov.it/), si registra un significativo aumento, rispetto all’anno precedente, dell’applicazione di tecniche con donazione di gameti a tutti i livelli.

Quando le percentuali di successo finiscono per condizionare le scelte.
Aumentano i cicli di fecondazione eterologa del 123% e i nuovi nati del 142%.
Questo perché le percentuali di successo ottenute con la donazione di gameti, siano essi ovuli o seme, sono notevoli, a partire da un 60% nel primo ciclo, fino ad arrivare ad un 90% nei tentativi successivi.
LA FECONDAZIONE ETEROLOGA E LE GARANZIE DEL MATERIALE BIOLOGICO
In parte, questo avviene perché l’età massima di una donatrice di ovuli non può superare i 35 anni di età, ma, in alcuni casi, disponiamo che sia compresa all’interno di un preciso intervallo [20-28] per assicurare maggiori possibilità alla ricevente. In ogni caso il materiale biologico è, sempre, qualitativamente garantito perché il donatore o la donatrice, potenziali, devono accettare di sottoporsi a controlli medici, genetici, biologici e ginecologici scrupolosi. Questi sono essenziali per valutare lo stato di salute psico-fisico nella sua interezza.
Sempre dalla stessa relazione, presentata in Parlamento, si evince che i cicli che hanno utilizzato seme donato importato dall’estero (eterologa maschile) sono pari al 84,4% del totale dei cicli con donazione di seme, e che i cicli con ovociti importati (eterologa femminile) sono pari all’94% del totale dei cicli con donazione di ovociti.

Garanzie del materiale biologico nella fecondazione eterologa.
Un’attenta selezione del materiale biologico, anche all’estero per la maggiore diffusione di banche di conservazione e una maggiore propensione della popolazione a donare, ci permette, inoltre, di assicurare la compatibilità delle principali caratteristiche fenotipiche del donatore con quelle della coppia ricevente, con cui l’equipe, inevitabilmente, si confronta nella valutazione delle similarità, allo scopo della migliore integrazione del bambino all’interno del nucleo familiare.
_________________________
Per una consulenza personalizzata, puoi prenotare un incontro al 328.9636853,
contattarmi all’e-mail: info@chiaragranato.it oppure richiedere maggiori informazioni compilando il form di contatto.
Per partecipare alla “Fertility Pills”, gratuitamente, scopri le date su: www.fecondazione-avellino.it