FECONDAZIONE ASSISTITA IN CAMPANIA. OCCORRE CONVINCERE IL PARTNER
Il primo ostacolo da superare, per una donna che vuole iniziare un percorso di fecondazione assistita in Campania, è il proprio compagno.
Durante le ore che trascorro con i miei pazienti, mi capita spesso di confrontarmi con loro su dubbi e paure che nascono dal dover affrontare “l’opinione comune” sull’infertilità e sulla fecondazione assistita.
Autorizzata dalle coppie di pazienti che seguo e ho seguito, e senza pubblicare nomi o iniziali, voglio raccontarvi i pensieri, le angosce e i limiti che mi sono stati riportati dai partner maschili delle coppie, durante i colloqui conoscitivi e la compilazione dei questionari informativi.
Molto spesso, in Campania, la regione in cui opero dal 2008, il proprio compagno e le sue paure sono il primo ostacolo che la donna deve affrontare prima di avviare qualsiasi tipo di procedura finalizzata alla PMA.
AVERE FIGLI, DIVENTARE GENITORI, SEMBRA UNA COSA COSÌ NORMALE
Quando il pensiero non può che sfiorarci soltanto, ne vediamo tante di coppie felici che portano a spasso bambini bellissimi.
A vederli ci scappa un sorrisetto, pensando che un domani anche noi vivremo quella condizione, come una tappa obbligata della nostra vita.
E <nel caso andasse tutto storto, oramai la scienza è in grado di portarci a raggiungere il nostro scopo in tanti modi. D’altronde c’è la fecondazione assistita>. <Ho letto su un forum che anche in caso di malattia è possibile congelare>.
Quante volte se n’è parlato con il partner. <Tutto a suo tempo!>
Sembra tutto facile, quando il problema è solo potenziale. Un’altra cosa è, invece, viverlo.
FECONDAZIONE ASSISTITA IN CAMPANIA. IL PUNTO DI VISTA MASCHILE
Tra le coppie che ho avuto modo di seguire dal 2008, quasi il 60% dei partner maschili, coinvolti in tecniche di PMA, vivono le maggiori difficoltà. Infatti, anche nei casi in cui, in maniera disinibita, si confida il problema alla propria famiglia, presto si finisce a preoccuparsi dell’essere giudicati da tutti.
Nella maggior parte dei casi la donna è eccitata al pensiero di diventare mamma. Sarebbe disposta a tutto. Eroica, altruista, pensa sempre positivo. È ansiosa di avere risultati.
L’uomo, invece, si sente oppresso, anche dall’estrema concretezza e dall’insistenza della donna. Si sente, addirittura, osservato quando è in coppia, in pubblico. Tende a nascondersi ad isolarsi, ad evitare l’argomento anche con gli stessi familiari.
Tant’è che anche quando la donna è pronta a sottoporsi alle tecniche di procreazione, con tutto ciò che ne consegue in termini di stress psicofisico, nel tentativo, a volte estremo, di realizzare il proprio sogno, è l’uomo a rilevare mille motivazioni disincentivanti.
La clinica e il valore dell’equipe, il costo delle tecniche, la difficoltà di arrivare ad una gravidanza, il cambiamento della routine di coppia.
<Solo se penso a quelle poltrone, quelle riviste e quei canali pornografici, che dovrebbero aiutarmi a produrre spermatozoi…>
LA PMA IN CAMPANIA. UN PERCORSO CHE RICHIEDE FORZA E CONSAPEVOLEZZA
Una cosa è certa, durante tutto il periodo di un trattamento di fecondazione assistita, il rapporto tra i partner viene completamente messo a nudo, prima di tutto dagli stessi partner.
Si discute di aspetti della relazione, nella maggior parte dei casi, mai affrontati prima fino ai dettagli più intimi. I fondamenti del rapporto sono messi di fronte a prove durissime.
Quando tutto ciò porta alla nascita di un bambino non possiamo che riconoscere, alla fine del percorso, come il miracolo della vita sia imprescindibilmente legato alla sola fortissima volontà dei genitori e che noi embriologi siamo stati semplici esecutori della loro volontà.
Quando, invece, il durissimo percorso lascia un vuoto ancora più grande di quello che si intendeva colmare, la pazienza, la sofferenza, la rassegnazione lasciano alla coppia, “solo” la consapevolezza di essere capaci di superare insieme ogni cosa e di non aver lasciato nulla di intentato.
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