IL CORONAVIRUS ORA INCUTE TIMORE
Da quando si è passati dalla percezione che il problema fosse così lontano da riguardare i soli paesi asiatici a quando gradualmente, ma sempre più inesorabilmente, il problema siamo divenuti noi italiani, ricevo numerose richieste di consigli.
Consigli che vertono sulla necessità o meno di interrompere i cicli di fecondazione assistita, di interrompere la somministrazione di latte materno o, addirittura, di interrompere la gravidanza nella convinzione che l’infezione possa procurare danni al bambino futuro, potenziale o neonato.
E questo, al di là della maggiore o minore comprensibilità dei casi, vale sia per le coppie che non devono fare i conti con severe problematiche di infertilità, sia per chi, invece, ha dovuto sottoporsi a rigidissimi programmi terapeutici e viene da anni di tentativi tra tecniche omologhe o eterologhe ed ha appena raggiunto la tanto desiderata gravidanza.
Si tratta di persone perfettamente consapevoli dell’enorme valore che devono tutelare e, oggi, vivono giorni interminabili tra ansie e paure ad ogni comunicato tv o radiogiornale.
Gli interrogativi per queste persone si moltiplicano.
Allora ho raccolto il maggior numero di informazioni e ho spulciato ricerche e pubblicazioni per fare un po’ di chiarezza al riguardo, almeno sugli aspetti che, da embriologa, posso ritenere di conoscere meglio.
CORONAVIRUS. I TIMORI DELLE COPPIE
Complici i discordanti messaggi istituzionali, rimane il fatto che, in tutte le nostre azioni quotidiane, i nostri programmi vengono più volte rivisti ad ogni nuovo comunicato o decreto governativo.
E allora, elencando per punti, riporto alcune delle domande che mi pone nelle ultime settimane chi mi segue su Facebook o legge il mio blog.
CORONAVIRUS E COPPIE ALLA RICERCA DI UNA GRAVIDANZA
“Dottoressa, io e mio marito stavamo seriamente pensando ad una gravidanza. Ma vista la diffusione del coronavirus nel nostro paese non è meglio rimandare? E attendere un momento migliore?”
Per rispondere al quesito riporto le evidenze di una recentissima ricerca condotta da un team cinese guidato dagli scienziati dell’Università medica di Nanchino e dell’Università professionale Tecnica e della Salute di Suzhou.
Questi scienziati hanno dimostrato che il recettore ACE2 (Angiotensin Converting Enzyme 2) media l’ingresso del nuovo Coronavirus (Meglio definito SARS-CoV-2) nelle cellule umane, esattamente come avveniva per la SARS.
Lo studio ha dimostrato che il recettore ACE2 viene espresso anche nelle cellule dei dotti seminiferi del testicolo, con severe complicazioni del sistema riproduttivo maschile.
Semmai, a causa della potenziale patogenicità del virus nei tessuti testicolari, io suppongo dovremmo prestare attenzione al rischio di lesioni testicolari nei pazienti durante il ricovero e valutare appropriati interventi per la preservazione della fertilità dei pazienti, soprattutto per i più giovani.
RISP.: Certamente.
È, assolutamente, consigliabile rimandare i progetti di genitorialità. La scienza ha i suoi tempi.
Procederà ad analizzare ulteriori dati e a rilevare statistiche. Continuerà a sviluppare le ricerche in atto, anche sulle implicazioni del virus sulla potenzialità riproduttiva.
Ma fin quando non ci sarà chiarezza scientifica, non ritengo sia eticamente corretto assicurare, senza ombra di dubbio, che il virus non si trasmetta alla ricevente gameti, nel caso di fecondazione eterologa, o al feto nel caso di fecondazione omologa, se siamo in presenza di positività al virus da parte di uno o entrambi i partner.
CORONAVIRUS E COPPIE CHE GIÀ AVEVANO INIZIATO UN PERCORSO DI PMA NEL PUBBLICO
“Dottoressa, con mio marito eravamo in lista per eseguire la fecondazione assistita, ma sono sospese tutte le visite ambulatoriali?”
RISP.: Certamente si.
Il Centro Nazionale Trapianti ha diramato una nota, il 3 marzo scorso, in merito alle cautele da adottare.
Nella nota si specifica che in caso di fecondazione omologa, in presenza di manifestazioni di sintomatologia in atto, devono essere sospese temporaneamente le prestazioni.
Per le prestazioni, inoltre, che prevedono la donazione dei gameti, a maggior ragione, per gameti provenienti da paesi esteri, occorre, in ogni caso, sospendere temporaneamente e controllare la positività del donatore.
In caso di positività il donatore dovrà essere considerato non idoneo e dovrà essere avvisato il Centro Nazionale Trapianti ed i Referenti Regionali PMA interessati.
Le indicazioni formulate sono suscettibili di aggiornamento in relazione all’evoluzione epidemiologica nonché all’acquisizione di ulteriori informazioni.
CORONAVIRUS E COPPIE CHE HANNO GIÀ AVVIATO UN CICLO DI PMA
“Dottoressa, io e il mio compagno abbiamo iniziato il ciclo terapeutico per il trattamento di fecondazione assistita, ma visto il periodo, non crede sia meglio sospendere tutto?”
RISP.: Certamente si.
A tal proposito, la Società Italiana della Riproduzione Umana e l’Istituto Superiore di Sanità ritiene che debbano essere sospesi tutti i trattamenti di procreazione medicalmente assistita ad oggi iniziati.
E suggerisce agli operatori, come me, di invitare le proprie coppie di pazienti a rinviare di almeno di un mese la ripresa dei trattamenti.
Una sospensione, questa, che dovrebbe protrarsi anche oltre il 3 aprile 2020 come provvedimenti governativi sul contenimento del contagio da COVID-19.
Anche in questo caso, le indicazioni formulate sono suscettibili di aggiornamento in seguito all’osservazione circa l’evoluzione epidemiologica ed in base all’acquisizione di ulteriori informazioni sul patogeno in questione.
CORONAVIRUS E DONNE IN GRAVIDANZA
“Dottoressa, io non sto uscendo, non voglio ammalarmi. Mia figlia è dentro di me. Ma se mi contagiano posso contagiare mia figlia?”
RISP.: Occorre stare tranquille, per sè stesse e i nascituri. Possiamo, infatti, escludere, a tutti gli effetti, embriopatie legate all’eventuale infezione contratta in gravidanza.
Semplicemente perché gli studi circa la trasmissione verticale del virus, dalla madre al feto, non inducono a ritenerlo possibile.
Secondo le evidenze raccolte, sinora, con riferimento ad un recentissimo studio condotto in Cina e pubblicato su “The Lancet”, sia pure non possano ritenersi conclusi per carenza di campioni rappresentativi, perché lo studio è stato condotto su sole 19 donne affette da COVID-19, deve escludersi il passaggio transplacentare del virus (Meglio definito SARS-Cov-2).
Questi ricercatori, infatti, hanno provveduto a ricercare il virus nel liquido amniotico e nel sangue neonatale del cordone ombelicale non rilevando alcuna presenza del patogeno in questione.
CORONAVIRUS E COPPIE DI NEOGENITORI
“Dottoressa, fino a 20 giorni fa vivevo il mio sogno. Ho un bellissimo bambino. Ma se prendo il virus posso contagiare mio figlio?”
RISP.: Anche per quanto riguarda la trasmissibilità del virus tra madre e neonato, attraverso il latte materno, non ci sono, al momento, evidenze che inducano a ritenerlo possibile.
Ad oggi, infatti, il colostro (primo latte materno) raccolto da donne che hanno contratto il virus non ha manifestato la presenza dello stesso.
Di conseguenza, stante l’indiscusso ruolo protettivo del latte materno, i maggiori esperti consigliano di continuare la somministrazione direttamente al seno o per il tramite di biberon o tiralatte.
Questo sempre a condizione che, per la guarigione dal virus, la neomamma non stia seguendo una terapia farmacologica.
Ma ad oggi non esiste alcun farmaco utile a curare pazienti affetti da coronavirus.
Per quanto riguarda la trasmissione del virus al bambino, è chiaro che, se pure non è trasmissibile attraverso il latte materno, il virus potrebbe essere trasferito al bambino, direttamente dalla madre, qualora non venissero assunti i comportamenti raccomandati.
Quindi occorre non ignorare l’igiene delle mani e delle parti intime al contatto, i necessari dispositivi di protezione come mascherine e guanti in lattice, secondo le raccomandazioni del Ministero della Salute.
CONSIDERAZIONI GENERALI SUL CORONAVIRUS
È compito di tutti gli operatori del settore, embriologi, ginecologi, medici di base, impegnati a tutela della salute riproduttiva e nell’ambito della riproduzione medicalmente assistita, svolgere una significativa attività di prevenzione e di informazione.
Aggiungo che, occorre suggerire misure volte a preservare la fertilità e, al contempo, che siano funzionali a prevenire e ridurre la possibile trasmissione del virus.
Solo così sarà possibile aumentare la consapevolezza necessaria ad adottare gli opportuni accorgimenti.
Viste le difficoltà che gli stessi operatori potrebbero avere nel verificare la sussistenza del virus, occorre sospendere le attività ambulatoriali al fine del contenimento delle infezioni.
A maggior ragione, per la presenza di persone asintomatiche o inconsapevoli di aver avuto contatti con casi di positività.
L’impegno di tutti deve avvenire in ossequio la principio di responsabilità e solidarietà nazionale per creare le condizioni per rispondere adeguatamente al desiderio di genitorialità il prima possibile.
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